martedì 18 gennaio 2011

L'influenza della fotografia

La fotografia influenzò un insieme di lenti spostamenti che, tra il 1910 e il 1915, condussero ad un drastico scossone destinato a diventare uno spartiacque nella tradizione dell’arte europea.

L’arte doveva veicolare una rivoluzione dello spirito: qualsiasi riferimento nelle opere alla percezione comune e al mondo materiale andava eliminata.Con la scoperta e il miglioramento della fotografia, l’arte perde il compito di rappresentare o raccontare la realtà, benché le nuove scoperte erano mezzi assai più fedeli e adatti a quest’obiettivo. L'arte si pone, a questo punto della storia umana, come un puro veicolo espressivo.

Successivamente poi, durante il Costruttivismo Aleksandr Rodcenko si esercitò nella grafica pubblica ma soprattutto nella fotografia, arte che solo allora stava davvero trovando una spiccata autonomia dai modelli pittorici che ne avevano segnato gli esordi. Insieme a Majakovskij ebbe intuizioni profetiche sul potere dei media. Fu seguendo questa medesima pista che Rodcenko si dedicò ai fotomontaggi , che influenzarono molto anche gli sviluppi di un cinematografo astratto e precorritore delle animazioni. (1915-17)

  
Laszlo Moholy-Nagy (1895-1946), austero insegnante
ungherese del Bauhaus, fotografo, scultore, designer era attratto da tutte le pratiche sperimentali che avvicinava con spirito scientifico. Nel suo libro “Dal materiale all’architettura” (1929) dimostra il suo approccio rigoroso all’insegnamento e anche la sua costante preoccupazione di rendere l’arte un aspetto utile alla convivenza civile:
durante gli ultimi cento anni -scrisse- l’indulgenza soggettiva nel creare arte non ha contribuito in nulla alla felicità delle masse”.
Cercando di andare oltre questo empasse, impostò la sua arte e una sperimentazione meccanica basata sulla interazione tra luce, oggetto e movimento, nel tentativo di 
coinvolgere direttamente il pubblico. 
 

Man Ray, esponente del dadaismo newyorkese, si dedicò fin da giovane al design e alla fotografia, campo nel quale trovò un vasto successo anche economico. Come fotografo, Man Ray portò alla luce tutte le possibilità di sperimentazione, facendo ritratti,fotografie di “sculture” che valevano come opere in quanto tali: non dunque in quanto “riproduzioni” ma come “produzioni” dotate di una loro specifica autonomia. Sul piano tecnico la sua proposta più importante furono le cosiddette Rayografie, fotografie ottenute appoggiando oggetti sulla carta fotosensibile ed esponendoli alla luce per qualche istante. Questo procedimento, così come la sovrapposizione di molti negativi in fase di stampa e la manipolazione della stampa attraverso processi di solarizzazione e viraggio, erano nati con la fotografia stessa ed erano patrimonio abbastanza comune dei fotografi già nel XIX secolo.
Il merito di Man Ray consistette nell’aver proposto al pubblico le immagini così autoritratto ottenute non più come fenomeni per stupire, ma al pari di componimenti pittorici.

Marcel Duchamp (1897-1968..) influenzò tutta l’arte del XX secolo, un’influenza che può essere paragonabile per intensità a quella di Picasso, anche se ha agito su un versante opposto: quello dell’abbandono della pittura come mezzo privilegiato dell’espressione artistica visiva. Il suo lavoro fu provocatorio, ma anche complesso e denso di riferimenti a quella stessa tradizione artistica di cui fu un critico acuto. Le sue opere possono essere inscritte in tre categorie principali: i dipinti, gli oggetti e le fotografie in cui ritraeva se stesso, a cui si devono aggiungere i dischi in movimento detti rotoreliefEssendo dati 1)il gas 2)la cascata d’acqua (1946-66). (1936) e la tarda installazione ambientale
I suoi esordi come pittore cubista non furono salutati da grande successo, ma il suo Nudo che scende le scale (influenzato dalla cronofotografia, 1912), esposto all’Armory Show di New York, suscitò vivaci polemiche: dipingere un nudo in movimento era rivoluzionario, in quanto privava il corpo dell’aura sacrale conferitagli dall’immortalità; se il nudo classico e fermo non desta alcuno scalpore ed è, anzi, parte del vocabolario consueto dell’arte, il nudo
in movimento diventa un segno irriverente quanto potrebbe esserlo una qualunque persona
senza abiti incontrata per strada.Duchamp è stato l’iniziatore delle opere sul corpo dell’artista, che proseguono la tradizione dell’autoritratto con mezzi soprattutto fotografici. In pratica l’artista si traveste, moltiplica la propria identità oppure la annulla interpretando personaggi diversi. L’autoritratto è un genere che nacque quando l’artista iniziò ad avvertire l’importanza della propria individualità e quando all’artista iniziarono a essere attribuiti termini in relazione col divino, come “genio”, “ispirazione”, “vocazione”; con Duchamp esso fa un balzo in avanti, denunciando l’enfasi che la cultura occidentale ha posto sull’individuo singolo ed eccezionale come motore della storia, dell’economia e dell’arte. 
                                                                                                                                                                              Questo tema è lampante nella fotografia in cui Duchamp compare 
con una chierica a stella sulla nuca.
Si intitola Tonsura e la scattò Man Ray, amico fidato, nel 1919. Uno “scherzo” molto semplice: la stella a cinque punte è simbolo di illuminazione; la testa è il luogo del pensiero; secondo le teorie gnoseologiche di carattere mistico le conoscenze arrivano alla mente dall’alto, per il tramite di un raggio di luce intellettuale. La tonsura è una caratteristica di chi ha rinunciato al mondo per cercare la conoscenza.Duchamp dichiarava, seppure in maniera ironica, la propria dedizione alla ricerca della conoscenza.

8 commenti:

Carlitos ha detto...

Foto davvero molto belle.Nel secondo decennio del 1900 a quanto pare erano più moderni di Noi, Oggi.

Alessandra D'Onofrio ha detto...

Più sperimentatori forse…
con le macchine fotografiche digitali (a parte le reflex) il divertimento della fotografia è un pò svanito.. probabilmente, oggi la sperimentazione sta nel modificare/manipolare, con programmi di elaborazione, le immagini catturate!

Carlitos ha detto...

Per me la fotografia è sempre analogica,ti lascia il gusto del “vero” dell’immagine ke stai immortalando!

PASQUALE CENTRONE ha detto...

Complimenti per la realizzazione e per aver dato risalto a due aspetti di creare arte. La fotografia coglie l' attimo in cui l' artista vede un fotogramma della realta' coniugarsi con il suo estro. L' Opera da sempre descrive la genialita' , estro , follia dell' artista di vedere il mondo e descriverlo con un occhio diverso ed impercettibile........quello dell' ANIMA!

Anonimo ha detto...

complimenti :),concordo con il pensiero di pasquale io penso che la fotografia sia una cosa più semplice rispetto alla pittura ,scultura o altre forme di espressione del genio umano,forse si avvicina a essa o tenta di avvicinarsi con modifiche o accorgimenti in un successivo istante attaverso nuove tecnologie,l'arte secondo me è più soggettiva ed espressiva ha una sua tradizione e penso che richieda più studio, applicazione , passione, creatività,e che dia una maggior soddisfazione personale per questo ha un valore maggiore di una fotografia che imita solo ma non ha spirito ,forse la differenza sta nella tecnica di riproducibilità da una parte si usa l'occhio soltanto dall'altra le mani, l'arte è per pochi intimi cioè l’opera d’arte dava privilegio ad un numero ridotto di contemplatori, invece la fotografia, con la sua riproducibilità, è disponibile per un vasto numero di fruitori...è un argomento interessante, nella foto si dà più risalto all'obiettivo o al particolare da inquadrare alle posizioni semmai forse cioè una foto diventa una cosa che ha a che fare con l'arte quando c'è dentro la sensibilità di chi l'ha fatta ma non è mai la stessa cosa

MBerton ha detto...

I grandi critici d'arte:

"la fotografia è un'arte, e più di un'arte: è un miracolo, compiuto dal sole in collaborazione con l'artista" A. de Lamartine.

"le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento" Henri Cartier-Bresson

"Ogni fotografia è un momento privilegiato, trasformato in un piccolo oggetto che possiamo conservare e rivedere" S. Sontag

Alessandra D'Onofrio ha detto...

Sono d'accordo con il tuo pensiero ma ci sono delle considerazioni che vorrei esprimerti..La fotografia si può considerare arte,poichè per quanto sia più facile come dici tu, è stata creata dal niente..ovvero alcuni pionieri della fotografia hanno studiato il modo per riprodurre delle immagini e inoltre sono riusciti a creare i mezzi per poterle fare.
Invito chiunque ad informarsi riguardo le origini della fotografia.
E' altrettanto vero che oggi giorno la fotografia, grazie anche ai mezzi sempre più avanzati, è ormai accessibile a tutti e non si trovano grandi difficoltà nell'uso.Ormai basta schiacciare un click e la foto è fatta,è vero non si hanno bisogno di grandi doti...ma vi assicuro che si riconosce quando dietro ad una foto c'è creatività, originalità,professionalità..oltre la semplice passione.
Molti hanno una considerazione superfiale della fotografia,desidererei venisse abbattutto questo "pregiudizio", ma prima di farlo bisogna informarsi accuratamente riguardo ad essa.

Giacomo ha detto...

Mamma mia, mi sono soffermato a leggere il post relativo a Man Ray,in particolare al procedimento delle rayografie. Lo ricordo perchè avevo sperimentato il procedimento alle scuole superiori in una camera oscura e tra l'altro lo avevo portato all'esame di maturità. E'incredibile avere la possbilità di sperimentare questa tecnica e avere risultati splendidi con qualsiasi oggetto; tutto merito al grande Man Ray.