domenica 16 gennaio 2011

La rivoluzione del collodio umido

La nuova conquista che contribuì al progresso della fotografia fu il negativo su vetro.
Tra il dagherrotipo e il calotipo, gli esperti pensavano che ci dovesse essere un'invenzione migliore che unisse le qualità di entrambe.
L'invenzione che segnò la nuova era della fotografia fu quella del collodio umido.
Nel 1847, il cugino di Nicephore Niepce adoperò per la prima volta il vetro al posto della carta, utilizzando lastre di vetro coperte da uno strato di albume iodato.
Nel 1846 Gustave Le Gray e Blanquard-Evrard inventarono questa soluzione di fulmicotone in etere che inizialmente era usato come emulsionante, poi nel 1851 l'architetto Frederich Scott Archer ne fece un nuovo uso:ricoprì la lastra di vetro con un sottile strato di collodio umido per trattenere gli agenti chimici fotosensibili.
L'immagine prodotta era perfettamente definita, precisa nei dettagli e ben bilanciata nei colori tonali.Era un'immagine in negativo dalla quale potevano essere stampate altre immagini in positivo.
Il problema che ostacola la via verso la democratizzazione della fotografia è il difficile uso del collodio in quanto esso andava preparato al momento e il lavoro di sviluppo andava anch'esso svolto quando il collodio era ancora umido.

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